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Hai visto quelle scene nel parco giochi di un bambino che litiga con chiunque gli prenda il giocattolo costringe i genitori a reagire spontaneamente, impulsivamente, proteggendo gli altri bambini: “Sasha? , dagli un gioco, di cosa sei goloso?" "Non puoi picchiare gli altri bambini, te lo faccio vedere!" "Fallo ancora e torniamo a casa." "Dagli un giocattolo, ho detto, lui chiesto." Allo stesso tempo, i genitori non hanno il tempo di cogliere il messaggio che trasmettono ai loro figli per un senso di vergogna o paura di altri genitori e figli. Puoi punire all'infinito un bambino dalla posizione di "stai facendo male", puoi svergognarlo per essere stato avido. Ma la situazione cambierà solo quando la madre o il padre del bambino potranno riconoscere i suoi diritti di proprietà assolutamente legali e il diritto di proteggere i suoi giocattoli mondo moderno? Se i soldi/l'appartamento/l'auto di un adulto vengono portati via, dovrebbe comportarsi in modo decente e sopportare? È possibile chiedere a qualcuno che ha preso una cosa preferita di condividere la sua? È questo che facciamo noi adulti se qualcosa che ci è caro ci viene tolto con la forza e senza chiedere, contro la nostra volontà, andiamo al Polizia Stradale. Chiediamo, non chiediamo un rimborso. Perché questa è la nostra proprietà. I ​​giocattoli sono la stessa proprietà che segna i confini del futuro adulto. Un bambino che ha imparato da bambino a proteggere i suoi giocattoli non si lascerà offendere quando diventerà adulto. Sarà sicuro di averne il diritto E in effetti lo è. Questo diritto appartiene al bambino. Solo noi adulti ci sentiamo a disagio che un bambino dichiari i suoi diritti. E ora riguardo al metodo di protezione dei confini. Una rissa è la decisione di una persona forte di difendersi e punire l'autore del reato. Se anche il genitore si comporta da una posizione di forza, punisce anche con i pugni o con una cintura, il bambino trarrà una sola conclusione: “Colui che è. più forte è giusto”. La conclusione non sarà affatto la stessa che il genitore prepotente si aspetta: “Lottare non è bene fare altrimenti significa riconoscere la proprietà del bambino, il suo coraggio e la sua forza”. E solo allora lavora con il metodo che il bambino sceglie per proteggersi. Permettigli di essere forte e coraggioso, di essere giusto. Rispettandolo, instillerai in lui rispetto per gli altri. La psicologa infantile Yulia Shapkina

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