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Nel forum è stata sollevata una domanda interessante: cosa significa la parola "voglio"? (autore: Vyacheslav P). È stata una discussione interessante. Una serie di affermazioni in questo argomento mi hanno spinto a scrivere questo articolo. Sorprendentemente, è stata una scoperta per me che alcuni psicologi negano l'esistenza dell'anima, da cui possiamo concludere che l'esistenza di Dio. Credere in Dio o no è una questione personale di ogni persona; non prenderò in considerazione la questione delle credenze in questo articolo; Tuttavia, quando parliamo di assenza di un’anima, “chiudiamo” la capacità di una persona di far fronte a situazioni difficili e di crisi. Lo priviamo della sua risorsa interna. Secondo me, questo è disumano. Fino all'inizio del XVIII secolo la “psicologia” era considerata la scienza dell'anima (dal greco psiche - anima e logos - insegnamento). Anche i testi più antichi dicono che una persona è, prima di tutto, un'anima, e il corpo e la mente (psiche) sono le circostanze in cui l'anima arriva al momento presente (cioè il tempo della vita). Con lo sviluppo del progresso scientifico e dei metodi di studio dell'uomo, della sua psiche e del lavoro del cervello, l'approccio alla comprensione di chi è veramente una persona e di cosa studia la scienza della "psicologia" è diventato più materialistico. Sebbene scienziati e medici non siano ancora riusciti a risolvere il mistero del cervello umano, avendo l'opportunità di sezionarlo longitudinalmente e trasversalmente, la scienza moderna afferma ufficialmente che non esiste un'anima, poiché non riesce a trovarla nel corpo. A mio avviso, è estremamente irragionevole supporre l'assenza di qualcosa solo sulla base del fatto che non lo vediamo. Dopotutto, in qualche modo credevamo nell'esistenza degli ultrasuoni, degli ultravioletti, delle radiazioni elettromagnetiche, ecc. e così via. Sì, ora abbiamo gli strumenti per misurare questi fenomeni, ma esistevano prima che si presentasse una simile opportunità?! Uno dei più rinomati esperti mondiali nel campo dell'ipnosi regressiva, Michael Newton, utilizza un approccio scientifico per esplorare l'anima. Il suo lavoro pluriennale è la prova inconfutabile che anche l’anima può essere una “materia” di studio, proprio come la psiche umana. Propongo di considerare ciò che perdiamo negando la presenza di un'anima. Innanzitutto, perdiamo la consapevolezza che noi (o una parte di noi) siamo eterni. Di conseguenza, il significato dell’esistenza umana viene perso. La consapevolezza che la vita è finita a volte porta a una grave depressione e persino al suicidio. In secondo luogo, se non c'è anima, allora cos'è la coscienza e dove “vive”? Se la vita finisce con la disintegrazione del corpo in elementi chimici, allora che differenza fa il modo in cui l'abbiamo vissuta? In terzo luogo, se non c'è anima, allora non ci sono bisogni, senza sapere quale una persona è condannata a rimanere delusa alla fine della sua vita, per rendersi conto di aver vissuto la sua vita invano. Quindi, tornando alla domanda posta sul forum, vorrei sottolineare che anche l'anima ha i suoi “desideri” e il più importante di questi è il desiderio di essere felici!!! (Scrivo al femminile, guidato dalle regole della lingua russa, perché l'anima stessa non ha genere).

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