I'm not a robot

CAPTCHA

Privacy - Terms

reCAPTCHA v4
Link




















I'm not a robot

CAPTCHA

Privacy - Terms

reCAPTCHA v4
Link



















Open text

Da quanto ricordo, ho sempre cercato di svilupparmi. È un peccato non sapere qualcosa, è un peccato reagire in modo primitivo, è un peccato non essere sufficientemente consapevoli, è un peccato passare il tempo in modo inefficiente, è un peccato non avere dei bei addominali. E questa vergogna mi spinge di anno in anno a capire, scoprire e lavorare su me stessa. Ora, a proposito, questa è una tendenza così generale: non darsi tregua, superare se stessi, diventare migliori E tutto andrebbe bene, ma un desiderio così maniacale di svilupparsi spesso riguarda la non accettazione di se stessi . È come: "Non sto bene adesso, devo lavorare su me stesso, svilupparmi, e poi sarò normale e sarò in grado di accettarmi, ma per ora è un peccato guardarmi". Oh guarda, vergogna ancora. Vergogna tossica e inutile per il fatto che sono in qualche modo diverso, sottosviluppato. E subito nella mia testa nasce l'immagine di un genitore che tira indietro all'infinito suo figlio e gli fa pressione affinché pensi meglio, sappia di più, si comporti in modo più dignitoso, in modo che non si vergogni di lui. Non voglio essere quel tipo di genitore, né per mio figlio, né per me stesso, voglio essere quello che dice: “Stai bene! Sei meraviglioso e ti amo. Già. Proprio ora, non più tardi, quando ottieni qualcosa. Allora ti amerò anch'io, ma questo non avrà nulla a che fare con i risultati." In questo momento, quando ci diciamo questo, potrebbe diventare immediatamente molto più facile per noi, oppure potrebbe sorgere la paura: "No, questo non è possibile. Se permetto a me stesso di non svilupparmi, allora mi crogiolerò nella pigrizia e nell’ignoranza”. E ancora, lo vedo come un genitore che dice: “Se non stai accanto a questo idiota con una cintura in mano, smetterà del tutto di imparare”. Di cosa pensi che si tratti? Secondo me si tratta di incredulità. Incredulità che mio figlio o io stesso siamo capaci di sforzarci di imparare cose nuove non sotto costrizione, ma per volere dell'anima, che lui (o io) possiamo organizzarci senza attirare la vergogna e la minaccia della violenza fisica, che non è necessario per costringerlo a svilupparsi, questo è un processo che accompagna la nostra vita in ogni momento e che avviene tanto più efficacemente quanto meno cerchi di accelerarlo. Ora prova, in tal caso tu stesso sentiresti la forza di crescere e andartene la tua zona di comfort e in generale ti senti bene: se i tuoi cari (partner, genitori, amici) credessero in te e credessero sinceramente che avrai successo, o se credessero che se non ti controllano, allora ti lascerai andare e cessare di essere una persona? Sono sicuro che nessuno vuole la relazione che ho descritto l'ultima volta. Allora perché ci trattiamo con uno zelo così maniacale? Perché non iniziamo ad amare noi stessi non con amore condizionato: perderò peso e sarò normale, imparerò e sarò una persona adeguata, otterrò una promozione e mi rilasserò, ma con amore incondizionato. Quando mi rendo conto che io sono imperfetto, ma lo sono anche gli altri. E proprio come gli altri sono belli nella loro imperfetta unicità, lo sono anch’io. E mi amo proprio così e credo che dentro di me ci sia un innato e stupido desiderio di crescere e svilupparsi. E se non lo faccio, semplicemente non ne ho la forza. E questo significa che mi concederò un periodo di riposo e poi continuerò a svilupparmi ulteriormente, semplicemente perché lo sviluppo fa parte della mia natura.

posts



65651925
39061892
77774011
80664871
22281529