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Assolutamente sì, se: *il tuo nuovo giorno inizia ogni volta allo stesso modo (ogni mattina ti alzi con il piede sbagliato, ma vorresti non arrivare ); *non vedi il risultato finale della tua attività (non porti alcun beneficio a te stesso o a nessun altro, ma vorrei almeno avere un cactus sulla finestra, perché anche lui ha bisogno di farlo) essere annacquato, ma non te ne importa); *il tuo lavoro ti porta solo emozioni negative (i colleghi/capi irritano; l'apatia e lo sconforto sono i principali compagni; la tazza con cui bevi al lavoro dà fastidio e il caffè generalmente fa schifo, e i fondi di caffè mostrano solo le corna di qualcuno; il computer su cui lavori provoca rabbia e ansia, insoddisfazione, ecc.); *l'argomento principale in una conversazione con amici e familiari è cosa ti ha infastidito al lavoro e come è arrivato a questo tu (e poi il tuo animale domestico lo prenderà dalla tua frustrazione, perché non esiste una pillola magica, e le frasi degli amici "come ti ho capito", "beh allora lascia perdere", "fanculo tutti" non risolvono il problema. Ma potrebbe essere diverso: ti piace il luogo di lavoro (vicino a casa o la vista dalla finestra è troppo panoramica), il team è affiatato e amichevole (il capo lì è una fidanzata/amica e la crescita professionale non è lontano), il cibo è delizioso, i progetti sono interessanti, lo stipendio è come quello di Gates e in generale è un peccato lamentarsi, io la chiamo “pseudo-comfort zone”. Ma il verme del dubbio rode dentro di noi e la domanda “cosa c’è dopo?” pulsa più spesso nella testa. E ogni sera, quando vai a letto, il tuo subconscio ti chiede: “Sei capace di creare qualcosa di più grande e importante?” Credo nelle potenzialità di ognuno di noi. Credo nella forza e nella perseveranza. Credo che chiunque possa trovare la propria strada o la propria vocazione, basta provare a guardare. Sì, è difficile, a volte insopportabile, la pigrizia, e poi perché è necessario tutto questo? Ma solo tu e nessun altro ne hai bisogno, e se dentro di te c'è una scintilla che ti spinge a cambiare la tua vita in meglio scegliendo una professione/occupazione, allora perché no? "Pensa, questo è solo un lavoro", mi dicono molti. Ma il lavoro è una parte enorme della nostra vita, e la qualità della tua vita dipende da come lo trasformi in tuo beneficio e piacere (a partire dal sorriso sul tuo viso, per finire con il calore della tua anima, che riscalderà te e la tua vita). cari). Sono per il fatto che non è la tua professione a dominarti, ma che tu renda la tua professione tale da portare benefici e risultati. In modo che il risultato sia un prodotto ottenuto per tentativi ed errori, da lacrime e risate, da sudore e sangue, dalla somma di piaceri e passioni, da notti insonni e giorni gioiosi, da follia e ispirazione, da dolore e giustizia, dove il il risultato sarà la tua vera felicità.

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