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Dall'autore: volevo solo scrivere. Un articolo di Oksana Zakharova ("Segui la tua strada...") sul mio percorso mi ha incoraggiato a scrivere qualcosa di cui desideravo scrivere da tempo, ma qualcosa si è messo in mezzo. Una delle persone più importanti - mio padre -. è morto quasi 3 anni fa. La sua morte per me è stata inaspettata, impossibile, per me (e per mia sorella) era eterno, non potevo immaginare che sarebbe morto... Mio papà era una persona unica! È chiaro che siamo tutti unici! Ma mio padre è particolarmente unico! In qualche modo ci sono meno uomini nella mia famiglia, ma tutti gli uomini sono antenati: fantastico! Dopo la morte di mia madre e mio padre, ho ritrovato i miei parenti, che prima non sapevano nemmeno di me e della mia famiglia, quindi sembra che una volta gli anziani dicessero che avevano dei parenti, ma non di più! E si è scoperto che sia io che loro ci divertiamo molto a comunicare! Si è scoperto che c'erano molti uomini lì, ed erano semplicemente "tristi" perché non c'erano scorciatoie! Ed è qui che siamo apparsi! Ci chiamiamo, andiamo in visita, scriviamo sui social network Oh, in qualche modo sono andato fuori tema... Sul mio percorso. Papà è morto a Monaco. Durante l'organizzazione del rito d'addio mi è stato chiesto di scegliere alcune melodie da eseguire. Non parlo tedesco, ne ho scelti alcuni in base a titoli (internazionali) e all’improvviso il mio sguardo è caduto su “My Way” di Frank Sinatra! Ad essere onesti, non ci ho pensato molto in quel momento, ma la mia mano ha raggiunto questo verso e ho notato anche questa canzone... Quando questa canzone ha iniziato a suonare, è diventata per me un'immagine sonora di mio padre! Lei parla di lui! È potente, forte, bella! Dà forza, ispira fiducia Papà, ti amo. E la traduzione è qui: Ora, alla fine della strada, quando l'ora dell'addio è così vicina, a tutti voi, amici miei, mi aprirò senza esitazione. Ho bevuto la vita fino in fondo, ho sperimentato tutto in essa, non lo nasconderò, ma ciò che è molto più importante, ero... me stesso. A volte soffriva per la sua arroganza, ma non se ne pentiva molto. Pagava tutti i suoi conti con Dio per intero e senza lamentarsi. Potevo aggirare le strade, andare da solo su un sentiero folle, e in questo, Dio vede, ero me stesso... Sì, è vero, ero pronto a prendermi troppo carico, ma anche allora non mi rattristavo e ha portato la mia croce al meglio delle mie capacità, non si è arreso, ha preso il colpo ed è stato se stesso. Ho conosciuto gioia e dolore, ho riso a crepapelle, ho amato e pianto, ho lasciato che il sangue si raffreddasse, inalo incenso in questi giorni. Ero davvero in sella, direi addirittura che sono diventato una star... Ma no, non sta a me giudicare, ero me stesso. Noi uomini abbiamo un destino, essere noi stessi, o non essere nulla, osare e dire la verità, non piegare le ginocchia, non lamentarti. Ho sopportato molti temporali nella mia vita ed ero me stesso. Sì, ero me stesso.

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