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Per dovere (anzi per volere della mia anima), da molto tempo faccio volontariato in un'organizzazione no-profit che fornisce assistenza psicologica a persone affette da alcune malattie somatiche. E ora, in tempi difficili legati alla pandemia, queste persone potrebbero essere soggette a conseguenze e complicazioni più gravi rispetto alle persone relativamente sane. Tante paure e ansie. Incapacità di tollerare l’incertezza. Disperazione e rassegnazione. Sembra che così tanta energia sia stata spesa nella lotta per la salute e la vita, o molti sono proprio ora in questa lotta estenuante, e poi c'è questo... Come ha scherzato ironicamente un cliente: pensavi che fosse così, scriba? Sì, uno scriba, ma non solo. Ed ecco un'altra chiamata di un cliente, mi sto preparando a lavorare, dall'esperienza delle dieci-venti sedute precedenti sulla macchina, mi sembra di capire di cosa riguarderà la richiesta, ma non è così! Un uomo anziano con calma e, a quanto pare, anche un po' sorridente dall'altra parte del telefono, mi racconta che meravigliosa dacia di campagna ha e che casa ha costruito con le sue stesse mani quasi mezzo secolo fa. E che adesso vuole davvero andarci con la moglie, ma non è chiaro se i suoi spostamenti sui mezzi pubblici possano portare a un possibile contagio suo e della moglie, o, se loro stessi sono infetti, trasmettere il virus ad altri. Oppure vale la pena spendere soldi per un taxi. Alla mia domanda perché non posso restare a casa ad aspettare un po’, la risposta del tutto logica è stata che comunque ogni giorno devo uscire in un modo o nell’altro per varie esigenze. Mentre io mi chiedevo cosa si nascondesse dietro questo dilemma, nella speranza di porre una domanda chiarificatrice e di passare dal campo dell'informazione a quello psicologico, l'uomo disse che semplicemente amava la vita. Come è adesso. Ogni momento. Complesso, difficile, gioioso, incomprensibile. E, soprattutto, sempre così diverso. Voglio vivere qui e ora. Ma in modo tale che le persone non ne soffrano. Perché forse è proprio questo il dilemma. In bilico tra desideri e realtà. Il mondo interiore e quello esteriore. E nell'accettare questa differenza. O somiglianze. Questo è il caso in cui uno psicologo impara dai clienti. Equilibrio tra il processo decisionale, alcune altre tecniche, lavorare con i sentimenti... Sì, il cliente ha preso qualcosa per sé dalla sessione, ma mi sento come se fossi molto di più.

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