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Oh, quanto è grande la tentazione, derivante dalla propria impotenza, di “trattare” fisicamente con qualcuno “più basso di statura”, posizione, età, più debole, più stupido, beh, ecc. . E quanto è più forte la tentazione di chi “sa farlo” di insegnare, punire, condannare per primo... Non siamo perfetti. E questo deve essere ricordato sia dai primi (per non suicidarsi per colpa propria) che dai secondi (per non interferire dove non sono stati richiesti). Inoltre questi ultimi potrebbero benissimo trovarsi, e nella maggior parte dei casi si sono trovati (forse è una proiezione?) in una situazione simile con un tipo di comportamento del tutto simile. Nello specifico, sto parlando del rapporto tra madre e figlio , in varie fasi, vale a dire “madre-bambino”. Quale madre non ricorda per propria esperienza come, guardando (o non guardando) negli occhi testardi del suo piccolo, ricordavano solo una regola “lotta o fuga”? La seconda opzione è sì allettante, ma esclusa per definizione. Non ci sono molte opzioni. E che tipo di forza di volontà serve alla mamma per affrontare questa situazione? Eppure, l'enorme zaino dietro la schiena della povera madre stanca è pieno di senso di colpa e pende, per così dire, in modo permanente. E, cosa più importante, questo senso di colpa non è solo nei confronti del bambino, ma anche nei confronti del pubblico che incolpa la madre. E così lei, disperata, cerca di giustificarsi davanti alla folla inferocita dei santi che la condannano. Sono tanti quelli che vogliono condannare anche quando non c'è nulla (sembrerebbe!). "Mi sono legato la coda e ho messo insieme tutta la testa", è anche un bene che papà abbia trasmesso questa frase delle compassionevoli signorine che cliccavano i semi di girasole sulla panchina (senza versarli) a mamma, e lei stessa non l'ha sentita. Di becco in becco, come si suol dire. Altrimenti sarebbe una madre stanca e senza sonno, che veste il suo bambino con un vestito pulito e stirato, raccoglie i suoi capelli in due code di palma perché non le entrino negli occhi e... (attenzione!) tira gli elastici per controllare se i peli sono tesi... Posso solo immaginare una versione dei fatti: la madre, saltando e librandosi per un secondo in aria, con un colpo preciso del piede destro, colpisce la compassionevole zia in la mascella, dopodiché, sorridendo, mette le mani della sua tenera madre sulle maniglie del passeggino e va a fare una passeggiata, senza dimenticare di sorridere alle persone che incontra che sorridono al suo bambino, non parlo di casi patologici quando una madre e un padre ubriachi camminano con per mano una bambina di tre anni, qui mi unirò al coro di voci di condanna. Sebbene ci sia qualcosa da dire al riguardo, è meglio informare dove dovrebbe essere e lasciare che la famiglia sia sotto controllo per non distruggere completamente la psiche del bambino. E in altri casi, vorrei che le persone fossero più tolleranti tra loro e non si aspettassero di essere degli ideali, ma si ricordassero più spesso di se stesse!

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