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Cari colleghi, voglio condividere le mie impressioni sul libro “Il metodo socratico in psicoterapia”, che mi ha davvero colpito. Lo stesso fondatore della CBT, Aaron Beck, ha descritto questo libro come una lettura obbligata per ogni specialista della salute mentale. L'autore del libro, James Overholzner, pratica il metodo del dialogo socratico in psicoterapia da più di 30 anni e ha riassunto per noi la sua esperienza in questo meraviglioso libro. Per completare il quadro, vale la pena ricordare che l'autore lavora nel paradigma cognitivo-comportamentale, senza rifiutare l'approccio integrativo. Questo, ad esempio, mi attira. Trovo molto commovente che James Overholzner riconosca che essere uno psicoterapeuta è un grande onore, responsabilità e felicità. Sembra interessante e importante come l'antico dialogo sia diventato essenzialmente la base della moderna psicoterapia, perché non importa in quale direzione lavora lo psicoterapeuta, in un modo o nell'altro usa questo metodo. Il metodo si basa sulla scoperta controllata. Il metodo incoraggia i clienti a trarre conclusioni e arrivare a soluzioni da soli. Il terapeuta non dà soluzioni già pronte, ma aiuta a formare i propri atteggiamenti utili. Sembrerebbe che la parola “controllato” implichi il controllo dei processi mentali di una persona per portarla ad una conclusione specifica stabilita dal terapeuta. Ma questa è un'opinione sbagliata. Gestire in questo contesto, infatti, significa creare le condizioni affinché il cliente possa formulare le proprie conclusioni e giungere alle proprie decisioni. Il metodo socratico rafforza la logica e aiuta a “fare amicizia” tra mente e sentimenti. Il dialogo socratico è, prima di tutto, cooperazione e ricerca congiunta. È utile quando il terapeuta e il cliente diventano un unico gruppo di ricerca. James Overholzner vede l'obiettivo principale dell'approccio socratico nel portare armonia nei vari aspetti della vita umana. Il metodo socratico sviluppa logica e razionalità. L'autore osserva, sulla base della propria esperienza, che il metodo socratico è particolarmente efficace quando si lavora con depressione, ansia, relazioni interpersonali e problemi di regolazione emotiva. Sì, qui c'è un vero tesoro di esempi L'autore mostra chiaramente la tecnologia per formulare domande utili, e non solo domande. Ad esempio, sarebbe più utile chiedere: “Come pensi che andrebbe se provassi a parlare direttamente con il tuo capo?” piuttosto che chiedere: “Ti aiuterebbe a parlare direttamente con il tuo capo?” A prima vista, le domande sono simili, ma la differenza significativa è che il terapeuta nella prima domanda è interessato alle aspettative del cliente. Le domande dovrebbero essere sincere e non assomigliare a un interrogatorio. Anche le domande generali sono utili perché aiutano ad avviare una conversazione sulla situazione. Ad esempio: "Cosa potrebbe aiutare a risolvere il problema?", Ma c'è il rischio di ottenere la risposta: "Non lo so", e qui saranno necessarie domande di livello diverso, e non il tentativo del terapeuta di abbozzare rapidamente le sue opzioni per uscire dalla situazione. Le domande su valori, opinioni ed esperienze passate sono efficaci. L'autore aiuta lo psicoterapeuta a decidere la sequenza delle domande. È importante non trasformare il dialogo in una discussione, ma invitare il cliente ad esplorare diversi aspetti del problema che lo preoccupa. L'autore sottolinea anche l'importanza di chiedere al cliente di fornire delle definizioni, in modo che non ci siano speculazioni su cosa la persona intenda effettivamente in questa o quell'affermazione. C'è un intero capitolo nel libro sulle definizioni. Colleghi, se non avete ancora letto questo libro, spero sinceramente di essere riuscito a interessarvi.

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