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Psiforum - “Non sto vivendo la mia vita...” scrive Komiss, l'autrice del tema Il tema porta il suo nome - “Non posso permettermi di essere felice,. vivere la mia vita” “Non posso permettermi di essere felice mentre la mia famiglia è infelice”, rivela il suo pensiero l'autrice. A questo proposito diventano chiari i suoi atteggiamenti, grazie ai quali sceglie di vivere come lei vite. Vive per sua scelta, anche se non è contenta di questa vita, rifiutandosi di considerarla sua.... Ecco un paradosso: consideriamo la vita nostra quando ci realizziamo in essa secondo i nostri interessi e desideri. Tuttavia, avendo scelto noi stessi obiettivi legati agli interessi di altre persone, nel caso di Komiss, parenti, riconosciamo che le nostre vite sono perdute. La Komiss non ha mai dato una risposta alla domanda su quale vita stava vivendo - "Non la sua". fu la sua risposta. Anche se, sopra, ha detto: "parenti, mentre sono infelici" Debiti o desideri - altruismo o egoismo - cosa prendere? Da che parte andare? Durante l'infanzia, molte persone si trovano ad affrontare questo dilemma, che gli adulti hanno risolto molto tempo fa: "È un peccato essere egoisti, devi prima prenderti cura degli altri!" ed esigenti nel soddisfare i loro bisogni... Ma le uova non insegnano a una gallina: è così che questa convinzione viene trasmessa di generazione in generazione finché non si verifica una sorta di fallimento nel sistema. Al giorno d'oggi, non come allora! Qualcuno all'improvviso pensa: “Sì, evviva! Ma che...?!” Anche se molti, alla vecchia maniera, calpestano l'altruismo e cercano di svergognare non solo la loro cerchia ristretta, ma anche gli stessi psicologi, che ti spingono a pensare a te stesso, ad amarti, a prenderti cura di te stesso. di te stesso, scopri e realizza il tuo potenziale. Tale amor proprio in psicologia non è inteso nel senso usuale della precedente visione del mondo, come amor proprio, narcisismo, lettura, narcisismo, ma proprio come un sufficiente apprezzamento di se stessi, dei propri desideri, interessi, sperimentando il valore della propria vita a modo proprio e la conseguente cura attiva di sé - sulla base dell'indipendenza e dell'autorealizzazione - se non io per me stesso, allora chi?! Naturalmente, in collaborazione con gli altri, a la portata dei loro interessi e valori. In effetti, un cambiamento rivoluzionario Se prima l’educazione allo spirito, all’obbedienza e all’umiltà assicurava che i figli si prendessero cura dei loro genitori negli anni del declino, e questa era la norma, così pensavano, agivano. in questo modo. Ora, come andrà tutto?! Dopotutto, tutto questo è sottosopra - tutte queste preoccupazioni per se stessi - ma per quanto riguarda gli altri?! - i sostenitori del precedente sistema di relazioni sono indignati - ma che dire del debito?! Dopotutto, è bello nel pagamento, e non a parole, ma nei fatti! Ora c'è un atteggiamento così alla moda - perdonare tutti i debiti - sia verso te stesso che verso i tuoi - azzerando - ora - non come prima cosa - la paura ha gli occhi grandi - sentendo una risposta del genere, le persone si spaventano e quando ci immergiamo nell'ansia, nella paura, agiamo, per usare un eufemismo, in modo non costruttivo o addirittura completamente distruttivo, distruttivo. E così, ho trovato una falce su una pietra. Avendo preso la vita nelle mie mani premurose, avendo assaporato la libertà e le opportunità ad essa associate, insieme al peso della responsabilità per i miei obiettivi e trovando tutto bello, non voglio più dare. tornare indietro, ma è impossibile. È semplicemente impossibile! E il punto non è che qualcuno lasci qualcuno in balia del destino, sebbene esista anche una tale tradizione tra i popoli che vivono all'alba: salutare gli anziani per incontrarlo e tornare a vivere la loro vita mortale, ma senza di loro, indipendentemente. Tuttavia, la nostra mentalità ha valori diversi, e quindi ora, senza servilismo, ma con reciprocità, costruiamo rapporti alla pari. E poi non c'è altra via che parlare e mettersi d'accordo, beh, non ricorrere alla pena di morte, davvero?! - la nostra!... Tornando al tema della Commissione, fortunatamente è impossibile vivere la vita per un'altra persona - siamo condannati a vivere la nostra - ognuno ha la propria croce, non importa quanto compassionevole abbia, ma è impossibile tirare fuori due croci contemporaneamente: come non abbracciare l'immensità, non sollevare l'insolvibile, anche solo in un momento, lasciando per un momento il tuo? - e anche allora - proprio in questo momento, in realtà non lasciamo le nostre vite, ma solo i nostri interessi, e persino.

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