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Eravamo con i bambini al centro medico. laboratori: dovevano essere effettuati test per la piscina. È una giornata lavorativa, orario di lavoro, e quindi ci sono poche persone. L'amministratore e l'infermiera procedurale part-time sono impegnate con il cliente precedente, i bambini e io stiamo aspettando decentemente sul divano, giocando a giochi di parole. E poi, usando la parola insidiosa “aster” (pensate ancora con la lettera “a”!), entra una donna con un bambino. Il bambino è piccolo, la donna è grande. Un bambino, essendo un ragazzo, prevedibilmente si arrampica su una gruccia. La donna, essendo una nonna, abbastanza prevedibilmente, comincia a vergognarlo. Mia figlia aggiunge benzina sul fuoco richiamando insistentemente all'ordine il colpevole. In quanto sostenitrice della non interferenza nella vita privata, le chiedo di non interferire. E me ne pento subito, perché... Succede un'altra cosa del tutto prevedibile: mia nonna entra in dialogo con me, tendendo al monologo “No, no, lascia che gli dica come comportarsi correttamente!”. Che bellezza, ragazza! - dice e rivolge uno sguardo gentile alla bella ragazza. "Anche tu hai fascino, ma è diverso", sorrido alla donna, intendendo che anche i ragazzi sono fighi, ma diversi "Noooo!" - Non so nemmeno come descrivere il sentimento espresso da mia nonna... indignazione? stupore? Entrambi? - Vado con lui con Corvalol!!! Il mio cervello troppo impressionabile si è congelato, cercando invano di capire con chi andava - con suo nipote o con Corvalol, e intanto mia nonna continuava: - Non c'è un attimo di pace! seguirono 5 minuti di un monologo di comportamento da ragazzo del tutto normale con intonazioni dolorose, che ignorai con calma, rendendomi conto che non c'era niente da fare qui e ora, e non c'era alcuna richiesta, e in generale - ero in vacanza, quando all'improvviso qualcosa è venuto fuori che non ho potuto fare a meno di reagire: - È iperattivo con noi! - e uno sguardo significativo come in quella canzone - "inclinato, chinando la testa." - Iperattivo? Il neurologo ha fatto questa diagnosi? - No! Un neurologo non farà mai una diagnosi del genere! - mia nonna svaluta tutta la mia conoscenza sul ruolo dei medici nel monitoraggio dell'ADHD. - Cosa vede? Solo lui ascolta le nostre lamentele e ci prescrive un sedativo... Sperando che il sedativo non venga prescritto ad un ragazzo, chiarisco ancora una volta: - Chi ha fatto la diagnosi - I genitori fanno le diagnosi migliori! Nel nostro cortile ci sono genitori i cui figli sono decisamente iperattivi, quindi ci ascoltano e dicono che è proprio la stessa cosa! Sia i movimenti che il comportamento sono decisamente iperattivi! I nostri genitori sono più bravi dei medici a fare diagnosi! "Sì, i nostri genitori adorano fare diagnosi", brontolai, e in quel momento la mia liberazione arrivò sotto forma di amministratore e infermiera procedurale part-time... È un bene che questo sia così. la nonna non è mia cliente. Penso che, con il suo amore per la diagnosi, non sia una cliente di nessuno, beh, forse solo una paziente di una clinica distrettuale con numerosi disturbi somatici e diagnosi già pronte. Il ragazzo sembra essersi adattato e sembra prosperare. E cosa gli succederà dopo - Dio lo sa... In generale, la morale di questa favola è diversa per tutti. È importante solo che io sia capito bene: non sono contro le nonne e non sono nemmeno contro le preoccupazioni dei genitori per la salute dei loro figli. Sono contrario alle stupide diagnosi non confermate e alla moda e al forte marchio dei miei (!) figli, soprattutto in presenza di estranei. Inoltre, sia quelli medici che altri - esaltano con entusiasmo (senza motivo) o distruggono con disprezzo. Beh, non farlo con i bambini. Per favore.

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