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L'idea per questo materiale mi è venuta dopo un convegno sulla logoterapia. Una delle sezioni era dedicata al lavoro con pazienti gravemente malati e con i loro parenti. E ora il presentatore racconta un caso pratico. La ragazza è gravemente malata. Sta gradualmente perdendo le funzioni motorie. Questo è un processo irreversibile. E ora lei, quasi immobile, chiede alla madre: "Mamma, quando cuciniamo insieme?" Al che la donna risponde: “Dopo... non adesso... Quando starai meglio, allora cucineremo”. Tutto l’orrore e la tragedia di questa situazione sta nel fatto che è un eufemismo per la parola “mai”. Entrambi sanno che non cucineranno mai insieme. Perché questa ragazza non migliorerà mai e per realizzare il compito indicato nel titolo, ti offro (noi) questo. Proviamo a provare noi stessi questa situazione, per condividere con questa ragazzina sconosciuta tutto il dolore e l'amarezza della sua situazione. Ma allo stesso tempo, ammettiamo a noi stessi che ognuno di noi ha da qualche parte nell'angolo nascosto della nostra anima un tale "mai". Proviamo a riconoscerlo? E non sia quel “mai” invidioso che sorge in noi quando guardiamo la vita dei figli dei milionari. Tipo "Non avrò mai uno yacht perché sono nato nella famiglia sbagliata". Oppure “Non andrò mai in vacanza su un’isola tropicale perché il mio stipendio è magro”. No, il nostro stipendio è ancora nelle nostre mani! Scopriamolo da soli. E per il nostro esperimento mentale troveremo un'impossibilità “fisica” che ci è del tutto inaccessibile. Qui la storia e la fantascienza mi vengono in aiuto personalmente. Tu ed io siamo privati ​​dell'opportunità, ad esempio, di scoprire l'elettricità, inventare la televisione o la tavola periodica degli elementi. Scopri l'America o brucia sul rogo dell'Inquisizione (su quest'ultimo - lo spero davvero) E se sul futuro. Nel nostro mondo in rapido sviluppo, rischiamo di non riuscire a raggiungere qualche miracolo scientifico e tecnologico (e questo vale anche per le conquiste della cultura e dell’arte), che cambierà completamente la vita di una persona. Prima dei voli su Marte o della colonizzazione di altri pianeti. Prima del teletrasporto o del discorso silenzioso. Ma ci aspettiamo anche cambiamenti dalla nostra società, speriamo in essi, nell'avvento di un futuro meraviglioso e luminoso, ma possiamo facilmente perderlo. Inoltre, ognuno di noi probabilmente ha il suo personalissimo “mai”. E questa sensazione acuta (a volte dolorosa) ci dà la comprensione e la consapevolezza dei nostri confini. I limiti delle tue capacità. Limitazioni della vita. Compresi i limiti di tempo. E la consapevolezza di questi confini ci dà l'opportunità, sulla base di essi, di guardare più da vicino ciò che c'è nella nostra vita, il suo riempimento e il suo contenuto. Per le opportunità e le circostanze che abbiamo. Non per affogare nella frustrazione sconfinata di non avere qualcosa, ma per apprezzare di più quello che ho! Ciò che mi è dato dal destino mi è stato dato. Destinato a me. E bisogna saperlo apprezzare!

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