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Dall'autore: La parola solitudine si colora solitamente di toni cupi o di indifferenza verso gli altri. La solitudine è così brutta? È davvero il contrario delle relazioni? Non siamo fatti per vivere da soli. Ma anche senza sperimentare la solitudine, non possiamo definire la nostra vita soddisfatta. Chi non è mai stato solo sembra vivere con gli occhi chiusi. Puoi dire di vedere l'Altro, te stesso e le relazioni se non ne sei mai stato fuori? Sai come appare la tua casa se non l'hai lasciata? Ti conosci fuori da questa casa? Sai perché hai scelto di essere in questa casa? Avete scelto? I figli, quando crescono, lasciano i genitori non per rompere il legame con loro, per lasciarli per sempre, ma per ritornare a loro in una veste diversa, da adulti, per essere uguali. Quando usciamo di casa in gioventù, fisicamente o mentalmente, lo facciamo per aprire i nostri occhi - sul mondo fuori di noi e sul mondo dentro di noi, per separare il nostro da quello dei nostri genitori, da altri contenuti. Altrimenti rischiamo di vivere tutta la nostra vita nella morbida culla della fusione con il magico Altro, il mago buono che sa tutto di noi e ci promette felicità eterna invece della vita, morte mentale durante la vita fisica. Quindi non saremo in grado di scoprire chi siamo e perché siamo qui. La distinzione avviene sempre attraverso la separazione da qualcuno o qualcosa di significativo, attraverso la rottura, la solitudine e il dolore per la perdita. È difficile, ovviamente. Ma questa è la foresta oscura in cui puoi ritrovare te stesso e i tuoi percorsi. Senza incontrare noi stessi, non possiamo avere una relazione. E non perché nessuno voglia stare con noi. Ma perché non potremo voler stare con qualcuno. Non siamo ancora arrivati. Non abbiamo nessuno con cui vogliamo una relazione. Per decidere sull'intimità, dobbiamo trovare qualcuno dentro di noi che possa decidere su di essa e realizzarla. Se non abbiamo mai sperimentato la distruzione, se non ci siamo mai rimessi insieme, semplicemente non sappiamo chi è riunito, chi è chiamato con il nostro nome. Spesso si crede che la solitudine e l'intimità siano opposti a vicenda. Ma in realtà l'uno senza l'altro è irraggiungibile. La solitudine offre l’opportunità di intimità. La sofferenza offre la possibilità dell’amore. Il tradimento è un’opportunità di fiducia. Sembra paradossale, ma tenendo insieme questi opposti puoi guardare la vita ad occhi aperti. Una torta pasquale rotta nella sandbox offre al bambino l'opportunità di costruire qualcosa di nuovo e affinare le sue capacità. L'esperienza della separazione (dai propri cari o da un'idea) offre l'opportunità di scoprire in se stessi qualcuno che può creare relazioni come vorrebbe che fossero, qualcuno che può vedere in esse il vero valore. Forse non vale la pena evitare così la solitudine tanto?

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