I'm not a robot

CAPTCHA

Privacy - Terms

reCAPTCHA v4
Link




















I'm not a robot

CAPTCHA

Privacy - Terms

reCAPTCHA v4
Link



















Open text

La responsabilità totale è una cosa insidiosa. Quando penso che devo essere responsabile e avere il controllo, rischio di credere nell’idea del mio potere illimitato e persino nella capacità di influenzare le persone. La responsabilità totale priva i confini e, quindi, il sostegno, elimina la sensazione di limite. Ovviamente aumenta l’ansia. La percezione è così distorta che a un certo punto comincia a sembrare che se non tutto, molto dipende da me: se mio figlio avrà successo, se mi assumeranno per il lavoro dei miei sogni, se una persona cara si riprenderà. , se ricambieranno. Rituali, controllo, pressione, aggiustamento vengono utilizzati per mantenere l'illusione che se mi impegno molto, molto duramente, farò del mio meglio, quindi otterrò al 100% ciò che desidero. Si sta costruendo un rapporto del tutto chiaro: se non ho ottenuto ciò che volevo, il problema è solo mio: non mi sono impegnato abbastanza, non sono stato molto diligente, non merito... La cosa insidiosa è che non ho o sto perdendo il senso della realtà, non sento la differenza tra ciò che posso influenzare e ciò che accade senza la mia partecipazione. C'è sempre un posto per il caso, la volontà di un'altra persona, la sua scelta e le sue preferenze. Non ho alcun contatto con me stesso e non ho idea di cosa posso fare e di cosa va oltre le mie competenze. Escludendo dal contatto la volontà e la scelta dell'Altro, mi assumo troppo: sono responsabile di tutto ciò che non ha funzionato. E incolpo me stesso per non essere “abbastanza…”. Il senso di colpa ti costringe a sforzarti e a impegnarti ancora di più, portandoti sempre più lontano da una realtà semplice ma dolorosa: no, non ha funzionato. E questo, tra l'altro, riguarda anche l'incapacità di assegnare un risultato diverso da quello desiderato. Dopotutto, è ancora più facile pensare di “non essere abbastanza” che ammettere che c’è qualcosa nella vita che va oltre il mio controllo, su cui non posso mai influenzare. Perché allora mi sento impotente, piccolo, vulnerabile. Ed essere impotenti è molto scomodo, molto pericoloso e allarmante. È molto importante affrontare ciò che si nasconde dietro questa impotenza, dietro la paura di essere impreparati a qualcosa, incapaci. Di cosa sta parlando? Come rappresento la mia impotenza? Fa male, ma è importante (c) ammettere a me stesso che non sono in grado di influenzare tutto, definire i confini della mia competenza, conoscere me stesso, conoscere i miei punti di forza e di debolezza. È necessario incontrarsi, avere la consapevolezza che, insomma, non tutto dipende da me. E imparare a toccare il limite dove posso, e dove è già il limite della mia competenza. Accetta l'idea che la vita possa andare avanti senza la mia interferenza, che possa avere i suoi piani. -----------------------* Se l'articolo ti è stato utile, supporta l'autore con il pulsante "grazie". ** Altri articoli nel gruppo https://vk.com/netsozavisimosti

posts



50052078
51762789
41832163
39967739
20593802